I Notai giungono alla professione dopo studi estremamente rigorosi e sono riconosciuti tra gli operatori del diritto più qualificati.
L’accesso alla professione di Notaio è riservato a chi abbia conseguito la laurea in giurisprudenza ed abbia compiuto due anni di pratica presso uno studio notarile.
Il concorso si svolge in diversi tempi: una preselezione informatica, tre giorni di prove scritte, ognuno dei quali articolati in tre sotto-prove ed una prova orale.
Superato il concorso, il notaio deve prendere servizio in una delle sedi previste nel bando di concorso.
E’ previsto dalla legge il costante controllo dell’attività del Notaio, attraverso organi con poteri disciplinari sia interni al Notariato (i Consigli Notarili) che statali (Tribunale, Corte d’Appello, Ministero di Giustizia, Archivi notarili – questi ultimi hanno il compito di eseguire ispezioni con cadenza biennale su tutti i notai in esercizio), i quali, sebbene il ricorso ad essi per l’applicazione di sanzioni sia rarissimo, garantiscono il corretto svolgersi delle delicate funzioni a lui affidate.
Da quanto accennato appare evidente che il notariato non è una professione che si trasmetta da padre in figlio ma è aperta a chiunque sia disposto ad acquisire una preparazione seria e non facile. Contrariamente a quanto si è portati a credere, infatti, solo il dieci per cento dei notai italiani è figlio o parente di notaio e questa è la percentuale più bassa di tutto il panorama professionale, proprio perché, come si è visto, per diventare notaio è necessario superare un selettivo concorso pubblico che premia la preparazione e la serietà dell’impegno.
Con queste brevi note speriamo di aver offerto una panoramica fedele delle funzioni notarili e di come sia regolato lo svolgimento e l’accesso alla nostra professione che, tanto antica, anche ora nell’era telematica si propone come custode della certezza e dell’equilibrio giuridici.